Tappeti al muro


Di solito li si srotola nel salotto buono, distesi sul pavimento ai nostri piedi. 
Qui no, almeno negli anni '60, quando comparve l''insolita abitudine di metterli al muro, i tappeti.


C'era sì un vago intento decorativo, di godere visivamente di quelle delizie tessili delle allora province sovietiche del Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan.

Ma in realtà la tendenza aveva motivazioni assai più pratiche. 


L'imponente urbanizzazione che cambiò l'aspetto delle grandi città russe fra gli anni '50 e '60 - quando milioni di persone abbandonarono le province per riversarsi in massa nei centri urbani - ebbero solo una grande protagonista : la KRUSHCHYOVKA. 


Quartieri anonimi, in serie, sorsero come funghi e con la stessa velocità, formati da edifici prefabbricati, costruiti con pannelli di cemento , di poche pretese, di poca qualità e a costi bassi. 


Erano appartamenti davvero minuscoli : monolocali di 30 m2, alcuni con cucine e bagni in comune, altri un po più grandi -bilocali o trilocali di circa 40-60 mq.


Le pareti sottilissime e gli infissi in legno non garantivano alcun isolamento dalle fredde temperature invernali, né tanto meno dai rumori e suoni dei vicini . 


Di qui l'idea di usare i tappeti , di lana, come isolanti termici e acustici.Proliferarono in tutte le case e l'abitudine rimase. 


Chi, poeticamente, per un attimo, ha pensato che i russi volessero camminare sulle pareti ...si ricreda.




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