Kate Mardsen : infermiera, esploratrice, controversa
Non si puó proprio dire che mancasse iniziativa a questa giovane infermiera inglese che dedicó buona parte della sua travagliata esistenza alla cura della lebbra. Prima a girare mezzo mondo alla ricerca di informazioni per nuove cure, poi a ottenere appoggi e sovvenzioni per la sua missione in Siberia. Imbacuccata all'inverosimile compí nel 1891 una formidabile traversata di 18.000 km da Mosca alla Siberia, in Yakutia al preciso scopo di costruire lebbrosari e migliorare le terribili condizioni dei malati in quelle zone.
Un viaggio estremo su slitte, cavalli e barche, con poche scorte di cibo e con condizioni climatiche fra le piú difficili.Considerata non solo una malattia, ma anche una maledizione, i lebbrosi siberiani vivevano emarginati dalla societá, rintanati come animali nei boschi.
Una pianta miracolosa che lí cresceva (Artemisia sacrorum Lebed.) avrebbe dovuto alleviare le loro pene, ma in realtá non risolse gran che. Kate peró, grazie a fondi ottenuti dalla zarina Maria Fedorodna e in seguito da comitati da lei fondati, riuscí nell'intento a fondó colonie per lebbrosi sia a Irkustk che a Yakutsk . Un campagna diffamatoria la travolse, coinvolgendola sia sul piano professionale che personale. Fu praticamente accusata di tutto : frode finanziaria soprattutto, ma anche maltrattamenti, imbrogli, omosessualitá, speculazioni. Lei continuó imperterrita.
Fece propaganda al suo lavoro pubblicando un diario di viaggio, mostrando le foto con la lanterna magica alle Fiere Universali, esponendo il suo operato in conferenze scientifiche. Non si fermó veramente mai. Nemmeno quando fu colta nel 1924 da parziale paralisi.
Questa vigorosa donna vittoriana avrebbe voluto compiere altre imprese in Siberia ma ormai aveva perso credito e reputazione. Eppure in Yakutia si ricordano benissimo di lei. Le hanno intitolato una borsa di studio all''Universitá, le hanno eretto un busto, celebrazioni e anniversari non vengono mai dimenticati, e quando nel 1991 venne ritrovato un diamante di 55, 6 carati le fu dato proprio il suo nome. Qualcuno riconobbe la sua grandiosa brillantezza. Per fortuna.
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